Sei sicura di voler accedere alla pensione con Opzione Donna? Prima devi sapere come viene calcolato l’assegno mensile.
Opzione Donna è la misura di pensione anticipata più longeva: esiste dal lontano 2004. Fu introdotta durante il secondo Governo di Silvio Berlusconi e da allora, di anno in anno, è sempre stata riconfermata senza, tuttavia, entrare mai a fare parte della rosa delle misure strutturali.
Verrà confermata anche per il 2025? Non si sa ancora, è troppo presto per dirlo. Questa misura consente alle donne di accedere alla pensione con un bel po’ di anni di anticipo rispetto ai 67 anni stabiliti dalla legge Fornero. Infatti, attualmente, le lavoratrici che scelgono di sfruttare questa misura possono uscire dal lavoro, in molti casi, già a 59 anni.
Ma è davvero vantaggiosa questa opzione? No, non lo è affatto. Lo svantaggio deriva da un “dettaglio” che quasi nessuno conosce: il modo in cui viene calcolato l’assegno previdenziale. Se vuoi andare in pensione con Opzione Donna prima devi sapere a quali penalizzazioni andrai incontro.
Opzione Donna: ecco perché non ti conviene
Molte lavoratrici ogni anno scelgono di sfruttare Opzione Donna per accedere alla pensione con un po’ di anticipo rispetto alla legge Fornero. Se anche tu vuoi approfittare di questa misura, prima devi sapere le penalizzazioni a cui andrai incontro.
Per prima cosa occorre sapere come funziona Opzione donna nel 2024 e come è stata modificata nel corso degli anni. Fino al 2022 per accedere a Opzione donna era sufficiente avere 58 anni – o 59 nel caso delle lavoratrici autonome – e 35 anni di contributi.
Dal 2023, invece, i requisiti sono cambiati. Al momento, per fruire di Opzione donna, è necessario avere sempre 35 anni di contribuzione ma l’età pensionabile è pari a 61 anni per le donne senza figli, 60 anni per le donne con un figlio e 59 per le lavoratrici madri di almeno 2 figli.
La novità più rilevante, però, non è questa. Dal 2023 Opzione donna si rivolge solo alle seguenti categorie di donne:
- caregiver da almeno 6 mesi;
- lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74%;
- disoccupate;
- dipendenti di aziende in crisi.
Pertanto solo se appartieni ad una di queste categorie puoi fruire di questa misura di pensione anticipata. Se decidi di accedere alla pensione con Opzione donna, devi sapere però che, a prescindere da quando hai iniziato a versare i contributi, il tuo assegno verrà interamente ricalcolato con il sistema contributivo.
Se nel 2024 hai raggiunto i 35 anni di contributi, significa che il primo contributo lo hai versato prima del 1996, anno in cui è stato introdotto, appunto, il sistema di calcolo contributivo. In teoria, dunque, la tua pensione dovrebbe essere calcolata con il sistema di calcolo misto. Invece con Opzione donna l’assegno previdenziale viene sempre ricalcolato per intero con il sistema contributivo che può comportare tagli della pensione anche del 30%.
Il sistema di calcolo contributivo, infatti, tiene conto solo degli anni di contributi versati, del valore dei contributi – questo dipende dal tuo stipendio – e dall’età anagrafica. In pratica l’insieme dei contributi versati viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione che aumenta con l’aumentare dell’età. Va da sé. dunque, che se vai in pensione tra i 59 e i 61 anni il coefficiente di trasformazione sarà notevolmente più basso di quello di chi va in pensione a 67 anni. Quindi la tua pensione subirà delle penalizzazioni pesanti.