Record storico di lavoratori in Italia nel 2024: crolla la disoccupazione! Ma c’è un fattore che ancora rema contro la nostra economia.
L’economia italiana ricomincia a prendere quota grazie a nuove assunzioni. Le politiche messe in campo in questi due anni dal Governo di Giorgia Meloni sembrano funzionare. Abolire il Reddito di Cittadinanza e dare agevolazioni fiscali alle aziende che assumono sembrano essere state scelte mirate.
A dirlo sono i numeri. Stando ai dati dell’Istat, nel 2024 il numero di occupati in Italia ha raggiunto quota 24 milioni: un record che non si raggiungeva da anni ormai. Nel secondo trimestre di quest’anno il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8% mentre il tasso di occupazione è salito al 62,2%.
Ottime notizie anche sul fronte dell’occupazione femminile che resta sempre una questione delicata e difficile da risolvere. Ma nel secondo trimestre del 2024 l’occupazione femminile ha raggiunto il 53,5%. Numeri che fanno ben sperare per un rilancio di un Paese che ha molto sofferto durante i due anni di pandemia di Covid.
Eppure, nonostante i numeri siano più che incoraggianti, c’è un “dettaglio” che ancora disturba il “panorama” economico dell’Italia. C’è un fattore che ci rallenta e che ci penalizza rispetto ad altri Paesi come la Germania o la Francia o la Gran Bretagna. La nostra economia rischia di non decollare a causa di un problema a cui nessuno riesce a mettere mano.
Lavoro: ecco perché la nostra economia non decolla
I dati Istat sul livello di occupazione nel 2024 fanno ben sperare: quest’anno le persone occupate hanno raggiunto un record che non si vedeva da anni. Eppure la nostra economia ha ancora parecchie criticità e, in particolare, c’è un fattore che ci impedisce di decollare e di essere competitivi.
I progressi ci sono stati e sono evidenti: i numeri non mentono. Ma bisogna tenere conto di un fattore importante: l’età media dei lavoratori e, soprattutto, dei nuovi occupati. Il 40,5% di tutti gli occupati in Italia è costituito da persone dai 50 anni in avanti: persone che, dunque, tra meno di 20 anni andranno in pensione.
Manca la forza lavoro giovane: la disoccupazione tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 34 anni è ancora alta, circa l’11,8%. E si tratta, spesso, di persone che non solo non lavorano ma che non studiano e non frequentano corsi per apprendere un mestiere. Urge interrogarsi sul perché di questa situazione.
Un problema potrebbe essere il divario tra la formazione scolastica e le reali esigenze del mondo del lavoro. Il secondo problema con cui fare i conti sono i salari che in Italia non crescono da 10 anni ma, anzi, diminuiscono. Secondo i dati negli ultimi 10 anni in Europa i salari sono cresciuti, in media, del 3%: in Italia si sono abbassati del 4,5%. La pandemia di Covid, in tal senso, ci ha dato il “colpo di grazia”: infatti nel primo trimestre del 2024 i salari reali in Italia erano inferiori del 7% rispetto al quarto trimestre del 2019.