Scattano i controlli dell’Inps sull’Assegno di Inclusione e migliaia di famiglie rischiano di perdere il sussidio statale.
L’Assegno di Inclusione è nato a suon di polemiche e continua a sollevare perplessità da parte di chi lo ritiene uno strumento troppo instabile e inadeguato a contrastare la povertà. Il sussidio è stato messo in campo dal Governo di Giorgia Meloni per sostituire il vecchio Reddito di Cittadinanza che, in 4 anni di vita, non aveva prodotto i risultati sperati in termini di occupazione.
L’ADI è entrato in scena lo scorso gennaio. L’importo e la durata sono pressocché gli stessi del vecchio Reddito: 500 euro al mese più altri 280 euro per chi vive in affitto. L’aiuto di Stato può essere erogato fino a 18 mesi e, dopo una pausa di un mese, può essere prorogato per altre 12 mensilità.
Tuttavia ci sono alcune differenze importanti rispecchio al vecchio Reddito di Cittadinanza. In primo luogo l’Assegno di Inclusione può essere fruito solo da famiglie in cui sia presente almeno un componente non occupabile: un minore, un invalido con disabilità pari o superiore al 74% o una persona che ha già compiuto 60 anni. L’Inps ha dato il via a nuovi controlli e, da quanto emerso, migliaia di famiglie potrebbero perdere il sussidio nel giro di qualche giorno.
Assegno di Inclusione: a rischio migliaia di famiglie
Migliaia di famiglie rischiano di perdere l’Assegno di Inclusione, il sussidio che, dallo scorso gennaio, ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza. Ottenere questo aiuto non è semplice ma perderlo è facilissimo e molti beneficiari stanno già tremando.
Secondo i numeri a rischio ci sono ben 737.000 famiglie per un totale di 1 milione e 757mila persone. L’Inps come ogni mese, infatti, ha fatto partire i controlli per appurare che chi riceve l’aiuto soddisfi ancora tutti i requisiti necessari per poterne beneficiare. nel caso in cui i requisiti non sussistessero più, l’aiuto verrò tolto dal mese successivo.