Quante settimane di contributi si devono avere per ottenere assegno NASPI? Occhio al tempo prestabilito: potresti non ottenerlo.
La NASPI, che si sappia o meno, è un contributo statale pensato a chi si sia ritrovato involontariamente senza lavoro. Ciò può avvenire in caso di licenziamento o di mancato rinnovo di contratto.
Nell’attesa di poter ritrovare una nuova occupazione che garantisca all’ex lavoratore di rientrare ufficialmente nel mondo occupazionale, lo Stato assicura tra il 75% e l’80% del salario percepito. Ciò ovviamente avviene anche nel caso in cui una mamma lavoratrice abbia perso la propria mansione.
Ricordiamo tuttavia che nel caso di dimissioni volontarie la NASPI non verrà erogata di diritto, anche se troviamo casi limite quali le dimissioni per giusta causa o il rifiuto di spostamento dal luogo di lavoro oltre i 50 km, con annesso spostamento tramite mezzo che superi gli 80 minuti. Oltre questo, bisogna avere un minimo di settimane di contributi versati per accedere al servizio. Di quanto parliamo in termini spiccioli? Ecco i dettagli.
La NASPI, o la Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego è la cosiddetta ‘disoccupazione‘, rinnovata in termini economici e amministrativi. Assicura all’ex lavoratore rimasto senza mansione di potersi sostenere economicamente, a patto che si renda disponibile immediatamente a essere rioccupato e partecipare attivamente alle iniziative del centro sociale per l’impiego.
Come dicevamo poc’anzi, la NASPI non è erogata nei casi di dimissioni volontarie, a meno che non si tratti di quelli sopracitati. L’indennità viene richiesta presso qualsiasi centro CAF e solitamente entro e non oltre gli otto giorni successivi al termine della mansione o al termine della data riportata sul contratto. In quest’ottica anche le lavoratrici madri possono ovviamente ottenerla nel momento in cui il contratto non venga rinnovato o vi sia stato un involontario stato di disoccupazione.
Tuttavia, bisogna prima effettuare il calcolo delle settimane contributive versate per accedervi ed è qui che potremmo ritrovarci una brutta sorpresa. Affinché si possa godere dei benefici della NASPI è fondamentale che siano presenti almeno 13 settimane di contribuzione versata negli ultimi quattro anni precedenti al servizio di disoccupazione. Per farlo è possibile consultare l’estratto conto contributivo sul sito ufficiale INPS o contattare il numero verde dell’Istituto.
Infine è dovere ricordare che la percezione della NASPI non entra in conflitto con altri bonus già presenti e di cui si disponga diritto come ad esempio l’assegno unico familiare. Tuttavia è incompatibile con assegni di invalidità, inabilità o pensione di vecchiaia.
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